Yuri Ferrante - A parti invertite
“Sventola la bandiera bianca, si capisca che siamo in pace. Non vorrei che queste teste vuote, se possiamo definirle teste… ”
Non fece in tempo a finire la frase, e fu la sua testa a volare via.
Il movimento dell’ascia fu veloce e silenzioso.
Il ragazzo con la giubba verde decise comunque di sventolare quel brandello di camicia bianca usato come bandiera. Con la coda dell’occhio vide il corpo del compagno accasciarsi a terra.
“Fermi, fermi, siamo in pace santo cielo!”
Prese la parola il più anziano del gruppo, che saggiamente, fino a quel punto, aveva chiuso la fila: “Siamo qui per parlare.”
Ma gli alberi non avevano niente da dire.
Ora che avevano capito quanto la pelle umana fosse comoda per pulirsi la corteccia, adesso le parti si erano scambiate.
Ora che le radici si muovevano come gambe e che i rami impugnavano accette, adesso erano loro i taglialegna.
Anche se sarebbe stato più corretto definirli tagliaossa.
Non abbiamo mai parlato quando ci abbattevate – pensò la sequoia.
La lama attraversò l’aria, e divise artisticamente in due, all’altezza del busto, il ragazzo con la giubba verde.
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