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domenica 13 settembre 2009


Manifesto narrativo dell'osservatore permanentemente esterno

Torno a casa dopo una giornata di merda trascinando le suole su un pavimento che agogna una passata di mocio. Mi svacco e mi lavoro una birra davanti al pc. YouTube mi aspetta per rendere la serata molto peggiore della giornata appena conclusa riempendomi di scene monche di vecchi film cult o di video di pessima qualità dell'ultimo gruppo sconosciuto che non riesco a scaricare perché nessuno, tranne me, se li fila. Alla fine mi perdo tra scoregge infiammate, bambini obesi che cadono o ballano, signorine finlandesi ignare che scandiscono “faccio pompini gratis”. Girovago tra queste cazzate, perdo tempo e mi chiedo perché ho dovuto buttar via anche questa sera. Per punizione, mi vedo dieci video tutti uguali degli OfflagaDiscoPax. La voglia di spaccare la faccia al tizio con quella voce e quel modo insopportabile diventa prepotente. Nella colonna dei Video correlati – correlati o collaterali, come i danni? - vedo un video di un gruppo di scrittori, lettori, psuedo-artisti, di non-so-cosa: i Post42.
C'è uno che amoreggia con una cicciona in grembiule declamando frasi sconnesse tratte dal libretto segreto dei pensieri di un ex-funzionario PCI; un altro vaneggia di gatti, Gatto A, Gatto B... e lo vorrei chiudere in un trasportino con il cantante degli OfflagaDiscoPax; un altro ancora, forse per vendetta, sguinzaglia il suo cane letterario contro il Gatto A di cui sopra e trema al pensiero del mitologico cane rognoso del Sud-America, il Chupacabra; ne spunta un altro, in posizione di osservatore permanentemente esterno, ma che qui – paradossalmente - partecipa osservando e s'atteggia a tenebroso di provincia leggendo solo di morte e di figa e qui – altrettanto paradossalmente - vi sbrodola il suo personale manifesto narrativo dell'osservatore. E che qui ribadisce ed esercita il diritto fondamentale dell'osservatore – esterno al sistema Post42, imbrigliato nei Sistemi come tutti – il suo diritto di vedere, macinare coi denti e i neuroni, digerire, cacare sotto forma di merda interpretata ciò che vede e sente e di ruminarla ancora. Soprattutto, decidere di non vedere, non sentire, non essere osservatore, non essere complice dell'atto interpretativo, non essere complice se non di se stesso.
Ora esercito il mio diritto. Spengo lo schermo e vado a scopare.
L'o.p.e. Simone Ghiaroni

1 commento:

  1. ciao caro, ti ho votato come il piu' inconcludente! ma solo perchè mi sei simpatico!
    ;-)
    peraltro condivido il tuo postpensiero...

    L'Indie ha regole ancora più asfissianti e pesanti del mainstream!

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